Giuseppe Pasqualotto

Autore

Giuseppe Pasqualotto

Sebbene sia stato spesso scarsamente stimato, sono sempre stato solitario sognatore sospeso sopra strutture sociali sdegnando servili subalterni senza scrupoli sopraggiunti subdolamente sottocasa sibilandomi sottovento serotino strampalati sofismi sacri sudorientali, studiati stando sicuramente stravaccati su soffici sofà sbocconcellando sugose susine sciroppate (spero scadute) sistemate scaltramente sopra scaffali situati sotto scantinati senza scale secondarie sulla sottostante scadente strada statale sessantasette san Severo-santo Stefano, senza soddisfacenti self-service, sfortunatamente senza splendide squillo straniere stabilmente sotto stretta sorveglianza statale, spendendo sostanziose somme sottratte spremendo sistematicamente soggetti scarsamente stipendiati, spesso sconvolti signori seduti su strapiombi, sperando, sognando, sospirando sussidi statali: sconvolgente situazione sociale sottovalutata. Sognatore, sì, sbalordito, sempre, seguendo serenamente, spassionatamente, senza subdole soggezioni, Sofocle, Solone, Shakespeare, Schubert, Sartre, Scarlatti, Stubbs, Stend, Strindberg, Sciascia, Stevenson, Swift, Stendhal, Simenon, Shelley, Sand, Stravinskij, Salinger, Spinoza, Saba, Sacchetti, Savinio, Silone, Soffici, Steinbeck, Schnitzler, Shaw, Schiele, Seurat, Smetana… Splendente Sole, saggiamente sospinto, solitario straniero, sto sopraggiungendo. Scaldami.

 

Nadia

La mia prima macchina fotografica? Una Bencini Comet II, una piccola compagna che mi ha seguito dal primo fino all'ultimo scatto: al mare, al fiume, in montagna e sotto le armi, riempiendo album. In seguito altre macchine hanno arricchito la mia collezione di ritratti, paesaggi, macro, feste e matrimoni. Ma è una fedele Praktica che ricordo particolarmente: me la rubarono durante le riprese notturne di un mio film all'aperto. 

CINEMA

Realizzato 5 film e 20 cortometraggi ( più 6 corti in digitale )

Come potevo non dedicare un film a Hollywood, se sono nato in un cinema? Mio padre, per correre dalla sua amante greca, parcheggio mia madre, incinta di nove mesi, in un piccolo cinema, ed io, a meta del secondo tempo, durante uno combattimento tra indiani e soldati, venni alla luce, e fu Gary Cooper il primo mio attore a sorridermi dallo schermo.

Sono sicuro che anche Mary Shelley, dopo Frankenstein, il suo capolavoro, avrebbe apprezzato il mio film, che racconta la storia di una donna, la quale, dopo penose delusioni, va a caccia di uomini e li uccide, e da ognuno preleva qualcosa nell'aberrante tentativo di creare il suo amante perfetto.

Tralascio la trama del film (storia di un breve incontro tra un gruppo di spensierati bambini e un vecchio solitario, oppresso da atroci ricordi) e accenno alla storia della sua movimentata realizzazione, interpretato da ragazzi, bravi e interessati, i quali, oltre a essere sedotti dalla recitazione, si cimentano anche con l'impegnativo doppiaggio.

Di brevi film a episodi ne ho realizzati diversi, ma questo, della durata di 84', ne contiene addirittura 40! Un record? Credo proprio di sì. Inoltre, cosa da sottolineare, tutti gli episodi sono interpretati da "attori" (amici, parenti, sconosciuti, studenti, pensionati) alla loro prima esperienza, risultando straordinariamente credibili. 

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